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La Storia

Nei primi anni 50 parecchi giovani varallesi, appassionati di montagna,svolgevano attività alpinistica,sia sui monti valsesiani che fuori valle. Essi agivano in piccoli gruppi, indipendentemente gli uni dagli altri, ma normalmente si trovavano presso la sede del CAI  (allora collocata nei locali del Teatro Civico) per raccontarsi esperienze pratiche  e scambiarsi opinioni.  Si sentiva la necessità di un coordinamento ed una prima opportunità venne offerta dalla fondazione dal Corpo Soccorso Alpino.Quando infatti nel 1955 il dott. Ovidio Raiteri per incarico dell’allora presidente del CAI avvocato Giovanni Lanfranchi, organizzò la delegazione Valsesia-Valsessera (ottava in ordine di tempo), fu naturale per i giovani varallesi aderire a quell’iniìziativa umanitaria,destinata ad acquistare nel tempo sempre maggior prestigio. Ma quella fu anche l’occasione perché i singoli cominciassero ad amalgamarsi, mentre cresceva e si allargava ad amici e amiche l’esigenza di condividere progetti ed entusiasmi. Fu allora che due  “padri fondatori”, non più giovanissimi, ma animati di una grande passione per la montagna e soprattutto per la Valsesia, Leo Colombo e Andrea Piana, si dimostrarono dei veri trascinatori. Essi seppero coordinare aspirazioni scalpitanti ed alimentare la determinazione che consentì ai giovani di rispondere con fervore alla proposta di costruire un gruppo organizzato.   Quelli “della prima ora” (Anchisi Piero, Bossi Mario, Caccini Silvio, Cerini Aldo, Colombo Leo, De Alberto Piero, Galassi Bruno, Grassi Italo, Lorenzini Anita, Materozzi Antonio, Pagano Gualtiero, Piana Andrea, Piana Celestina, Poletti Elvira, Poletti Luigi, Poletti Luigina, Regaldi Umberto, Tosi Angelo, Tosi Bartolomeo, Tosi Giuseppe, Tosi Renzo) ricordano con commozione la sera di inizio estate 1956, quando dopo il solito incontri in sezione, si ritrovarono presso l’allora bar Acli, e dato per scontato che il gruppo si doveva fare, cominciarono a discuter sul nome. Sull’onda della fama degli Scoiattoli di Cortina, dei Ragni di Lecco ecc. si avanzarono parecchie proposte zoologiche, ma alla fine di animate discussioni prevalse all’unanimità il nome CAMOSCI. Che parve a tutti esaltante.

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